L’Arsenale di Venezia costituisce una parte molto estesa della città insulare di Venezia, alla sua estremità orientale. Fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo ed è legato al periodo più florido della vita della Serenissima. Grazie alle imponenti navi qui costruite, la Repubblica Veneta riuscì a contrastare gli ottomani nel mar Egeo.
Grazie alla propria organizzazione, l’arsenale di Venezia ha anticipato di alcuni secoli il concetto moderno di fabbrica, intesa come complesso produttivo. Rappresenta l’esempio più importante di grande complesso produttivo a struttura accentrata dell’economia preindustriale.
La superficie si estende su un’area di 48 ettari, mentre il numero di lavoratori (gli arsenalotti) raggiungeva, nei periodi di piena attività produttiva, la quota media giornaliera di 1500-2000 unità.
Il complesso costituisce l’unico esempio di cantiere navale e fabbrica d’armi che ha sempre mantenuto la stessa natura e la stessa funzione, per sette secoli, anche dopo il declino della Repubblica di Venezia.
La proprietà della maggior parte dell’Arsenale è, dal 2013, passata al Comune di Venezia, mentre la parte residua rimane alla Marina Militare Italiana, presente nell’area con il suo Istituto di studi militari marittimi e il Museo storico navale.
In seguito, gli stessi spazi furono utilizzati durante le Esposizioni d’Arte per la sezione Aperto. Dal 1999 è in atto un programma di valorizzazione dell’area, che ha permesso di aprire al pubblico i Teatri alle Tese e Piccolo Arsenale (2000), il Giardino delle Vergini (2009) e le Sale d’Armi (2015).
Attualmente l’Arsenale ospita la mostra della Biennale di Venezia 2018 Freespace.
Le architetture in mostra, attraverso un allestimento asciutto, quasi autogestito dai singoli autori, propongono forme di rappresentazione classiche. Il risultato è che la sensazione di un catalogo a cielo aperto, che valorizzano la passeggiata per il lungo rettilineo dell’Arsenale.