Earth Overshoot Day 2018 sarà il 1 di agosto, il giorno in cui l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno.
Per rispondere a tale problematica il mondo del design si è spinta verso l’utilizzo di materie prime alternative, a impatto zero.
Sedie di Kartell in bioplastica, stivali di Stella McCartney in pelle vegana, abiti di Salvatore Ferragamo in fibra d’arancia, polpette di Ikea a base di radici.
Ma, al di là di sperimentazioni, queste nuove realtà si fanno già largo nel campo della produzione di massa e della vita collettiva.
Nel settore della moda Stella McCartney, paladina del vivere green, ha appena inaugurato uno store nel centro di Londra, disegnato dalla stilista secondo un’etica sostenibile. Gli arredi custom made utilizzano risorse organiche e lo spazio è anche dotato di avanzati filtri di depurazione dell’aria.
Anche alla Biennale Architettura in corso a Venezia il tema è ampiamente affrontato. Spesso con l’utilizzo di inediti materiali organici, come l’erba del padiglione australiano invaso da diecimila piante per rimettere in contatto fisico architettura, uomo e natura. Intitolato Grasslands Repair, serve a ricordare la posta in gioco nell’occupazione del territorio: solo l’1% di queste specie sopravvive come parte dell’ecosistema originario, spiegano i curatori.
A fare da ulteriore cassa di risonanza al tema, sarà nel 2019 la XXII Triennale di Milano intitolata ‘Broken Nature’. La presentazione dell’evento recita “Definirà ulteriormente l’idea del design restaurativo e raccoglierà esempi nuovi e vecchi, provenienti da diversi domini e con diverse applicazioni, al fine di identificare un nuovo campo di ricerca e azione”.